Percorso tematico
Scala e Fiera
Un lunga amicizia
Tra Fiera Milano e il Teatro alla Scala è sempre intercorso un rapporto simbiotico, fin dal 1928 la Scala durante il periodo della Campionaria dedicava alcuni spettacoli alla Fiera. La vicinanza fra il Teatro alla Scala e la Fiera di Milano è diventata similitudine nel 1946, quando, nonostante entrambe fossero state messe a dura prova dai bombardamenti, riapriranno a solo un anno dalla Liberazione. Arturo Toscanini l’11 maggio 1946 torna sul podio del teatro – da cui mancava dal 1929 – per aprire la stagione della Scala con un concerto mitico, mentre la Fiera fra mille difficoltà – oltre il 70% dei padiglioni distrutti – riapre a settembre.
Tra Fiera Milano e il Teatro alla Scala è sempre intercorso un rapporto simbiotico, fin dal 1928 la Scala durante il periodo della Campionaria dedicava alcuni spettacoli alla Fiera. La vicinanza fra il Teatro alla Scala e la Fiera di Milano è diventata similitudine nel 1946, quando, nonostante entrambe fossero state messe a dura prova dai bombardamenti, riapriranno a solo un anno dalla Liberazione. Arturo Toscanini l’11 maggio 1946 torna sul podio del teatro – da cui mancava dal 1929 – per aprire la stagione della Scala con un concerto mitico, mentre la Fiera fra mille difficoltà – oltre il 70% dei padiglioni distrutti – riapre a settembre.
Un ritorno in grande stile
Arriva anche la condivisa decisione di svolgere al Palazzo dello Sport, primo padiglione ricostruito della Fiera di Milano, l’anno operistico scaligero per ovviare all’inagibilità del teatro milanese. Così il 20 luglio 1946, dopo l’avvallo formale anche del maestro Toscanini, che pare abbia svolto delle preventive prove di acustica, apriva “il più grande teatro del mondo”, capace di 5-6 mila posti con il Mefistofele di Arrigo Boito, diretto dal maestro Franco Ghione.
Arriva anche la condivisa decisione di svolgere al Palazzo dello Sport, primo padiglione ricostruito della Fiera di Milano, l’anno operistico scaligero per ovviare all’inagibilità del teatro milanese. Così il 20 luglio 1946, dopo l’avvallo formale anche del maestro Toscanini, che pare abbia svolto delle preventive prove di acustica, apriva “il più grande teatro del mondo”, capace di 5-6 mila posti con il Mefistofele di Arrigo Boito, diretto dal maestro Franco Ghione.
Le rappresentazioni proseguirono fino a settembre con altre 50 messe in scena (Rigoletto, Aida, Tosca, Lohengrin, Carmen, Cavalleria rusticana e dei balletti). Altra piccola annotazione, il 14 agosto 1946 con la prima di Coppelia di Léo Delibes abbinata ad una replica del Cappello a tre punte di Manuel De Falla, il coreografo Aurelio Milloss organizza una serata di balletti che è anche la prima serata dedicata esclusivamente alla danza nella storia del Teatro alla Scala.
Le rappresentazioni proseguirono fino a settembre con altre 50 messe in scena (Rigoletto, Aida, Tosca, Lohengrin, Carmen, Cavalleria rusticana e dei balletti). Altra piccola annotazione, il 14 agosto 1946 con la prima di Coppelia di Léo Delibes abbinata ad una replica del Cappello a tre punte di Manuel De Falla, il coreografo Aurelio Milloss organizza una serata di balletti che è anche la prima serata dedicata esclusivamente alla danza nella storia del Teatro alla Scala.