Percorso tematico
La Fiera di Milano e i suoi espositori: 100 anni insieme
Un centro espositivo di novità, innovazione e progresso
Quando nel 1920 viene fondata la Fiera di Milano, l’obiettivo era quello di presentare le novità delle più importanti industrie italiane ed estere e al contempo di dare spazio all’interno dei propri padiglioni a realtà imprenditoriali emergenti.«La Fiera riveste il ruolo chiave di una Milano al centro del mercato regionale ed europeo, non solo in quanto città industriale, ma anche come fulcro del know-how pubblicitario e dello scambio di informazioni, e come centro espositivo di novità, innovazione e progresso.»
In altre parole, la Fiera di Milano è sinonimo di visibilità e successo per quei brand italiani che lì espongono propri prodotti: un passaggio che contribuisce a elevarne la fama in campo internazionale.
Se nel 2020 è stata la Fiera di Milano a festeggiare i primi 100 anni di attività, nel 2021 sono alcuni degli espositori che ha accolto nel corso dei decenni a raggiungere questo importante traguardo — fondamentale per tracciare una storia del Made in Italy.
Quando nel 1920 viene fondata la Fiera di Milano, l’obiettivo era quello di presentare le novità delle più importanti industrie italiane ed estere e al contempo di dare spazio all’interno dei propri padiglioni a realtà imprenditoriali emergenti.«La Fiera riveste il ruolo chiave di una Milano al centro del mercato regionale ed europeo, non solo in quanto città industriale, ma anche come fulcro del know-how pubblicitario e dello scambio di informazioni, e come centro espositivo di novità, innovazione e progresso.»
In altre parole, la Fiera di Milano è sinonimo di visibilità e successo per quei brand italiani che lì espongono propri prodotti: un passaggio che contribuisce a elevarne la fama in campo internazionale.
Se nel 2020 è stata la Fiera di Milano a festeggiare i primi 100 anni di attività, nel 2021 sono alcuni degli espositori che ha accolto nel corso dei decenni a raggiungere questo importante traguardo — fondamentale per tracciare una storia del Made in Italy.
Il modello italiano dell’imprenditorialità
Durante gli anni Venti, il governo italiano promuove un particolare programma di sviluppo al fine di rendere il Paese indipendente economicamente dalle altre nazioni.
Nascono così, all’interno di questo clima e accanto a realtà già affermate di produzione e distribuzione di materie prime, alcune piccole e medie imprese specializzate in beni finiti, rappresentanti dell’Italia che verrà e ideatori di icone intramontabili del settore alimentare, della moda e del design che fanno parte ancora oggi dell’immaginario collettivo del Paese.
Per aziende come Alemagna, Moto Guzzi e Alessi la Fiera di Milano rappresenterà un’opportunità irrinunciabile dove presentare le ultime novità di catalogo o dove riproporre gli evergreen amati da tutti.
Durante gli anni Venti, il governo italiano promuove un particolare programma di sviluppo al fine di rendere il Paese indipendente economicamente dalle altre nazioni.
Nascono così, all’interno di questo clima e accanto a realtà già affermate di produzione e distribuzione di materie prime, alcune piccole e medie imprese specializzate in beni finiti, rappresentanti dell’Italia che verrà e ideatori di icone intramontabili del settore alimentare, della moda e del design che fanno parte ancora oggi dell’immaginario collettivo del Paese.
Per aziende come Alemagna, Moto Guzzi e Alessi la Fiera di Milano rappresenterà un’opportunità irrinunciabile dove presentare le ultime novità di catalogo o dove riproporre gli evergreen amati da tutti.
È nato prima il Duomo o il panettone?
Più milanese della Fiera c’è solo il panettone. E nei decenni la Fiera di Milano si è fatta promotrice delle aziende produttrici del dolce milanese e natalizio per eccellenza, che rende chiunque goloso, senza distinzioni di età.
Anche se le origini della ricetta di questa specialità lombarda spesso sconfinano nella leggenda, non c’è dubbio che uno dei più antichi laboratori del settore sia quello fondato da Giacomo Alemagna a Melegnano, proprio nel 1921.
Ma il signor Alemagna non farà sua solo la ricetta del panettone; prenderà in prestito anche l’immagine del Duomo di Milano che, stilizzato, diventerà il celebre marchio sulle confezioni dei suoi prodotti, a simboleggiare in modo sempre più solido il legame fisico e sentimentale col capoluogo lombardo.
Un legame evidente anche dalle fotografie presenti all’interno dell’archivio della Fondazione Fiera Milano, che mostrano la presenza decennale del padiglione dell’azienda e delle sue pubblicità, disseminate fra i diversi spazi espositivi
Più milanese della Fiera c’è solo il panettone. E nei decenni la Fiera di Milano si è fatta promotrice delle aziende produttrici del dolce milanese e natalizio per eccellenza, che rende chiunque goloso, senza distinzioni di età.
Anche se le origini della ricetta di questa specialità lombarda spesso sconfinano nella leggenda, non c’è dubbio che uno dei più antichi laboratori del settore sia quello fondato da Giacomo Alemagna a Melegnano, proprio nel 1921.
Ma il signor Alemagna non farà sua solo la ricetta del panettone; prenderà in prestito anche l’immagine del Duomo di Milano che, stilizzato, diventerà il celebre marchio sulle confezioni dei suoi prodotti, a simboleggiare in modo sempre più solido il legame fisico e sentimentale col capoluogo lombardo.
Un legame evidente anche dalle fotografie presenti all’interno dell’archivio della Fondazione Fiera Milano, che mostrano la presenza decennale del padiglione dell’azienda e delle sue pubblicità, disseminate fra i diversi spazi espositivi
Creativi per natura
Il settore metallurgico con le sue fonderie trova sin dal Medioevo una naturale sede di sviluppo fra i ricchi giacimenti minerari e idrici al confine fra il Piemonte e la Lombardia. Parallelamente nella stessa zona si sviluppa anche una tradizione artigianale della lavorazione del legno che caratterizza sia la Valle Strona che l’area che si affaccia sul lago d’Orta.
Proprio in questi territori — più precisamente a Omegna, Giovanni Alessi e il fratello Carlo fondano nel 1921 l’impresa di famiglia: nata come laboratorio per la lavorazione dei metalli, l’azienda degli Alessi a partire dal dopoguerra inizia una prima profonda trasformazione che la porterà a essere riconosciuta da tutti come la “Fabbrica dei sogni” del design italiano, specializzata nella produzione di oggetti d’uso e complementi d’arredo, disegnati dai migliori creativi del settore e realizzati prevalentemente in acciaio inossidabile.
«La Fiera campionaria attirava architetti, designer, imprenditori e pubblicitari.
I preparativi per ogni evento annuale erano molto elaborati e i risultati spesso spettacolari. Milioni di visitatori si trovavano davanti a esposizioni straordinarie e palazzi disegnati dagli architetti italiani più rinomati. Di queste meravigliose costruzioni restano oggi soltanto le fotografie.»
Il settore metallurgico con le sue fonderie trova sin dal Medioevo una naturale sede di sviluppo fra i ricchi giacimenti minerari e idrici al confine fra il Piemonte e la Lombardia. Parallelamente nella stessa zona si sviluppa anche una tradizione artigianale della lavorazione del legno che caratterizza sia la Valle Strona che l’area che si affaccia sul lago d’Orta.
Proprio in questi territori — più precisamente a Omegna, Giovanni Alessi e il fratello Carlo fondano nel 1921 l’impresa di famiglia: nata come laboratorio per la lavorazione dei metalli, l’azienda degli Alessi a partire dal dopoguerra inizia una prima profonda trasformazione che la porterà a essere riconosciuta da tutti come la “Fabbrica dei sogni” del design italiano, specializzata nella produzione di oggetti d’uso e complementi d’arredo, disegnati dai migliori creativi del settore e realizzati prevalentemente in acciaio inossidabile.
«La Fiera campionaria attirava architetti, designer, imprenditori e pubblicitari.
I preparativi per ogni evento annuale erano molto elaborati e i risultati spesso spettacolari. Milioni di visitatori si trovavano davanti a esposizioni straordinarie e palazzi disegnati dagli architetti italiani più rinomati. Di queste meravigliose costruzioni restano oggi soltanto le fotografie.»
Ma il design non si limita solo all’oggettistica e all’arredo: quello di matrice italiana in particolar modo è celebre all’interno e oltre i confini nazionali anche per le creazioni nel settore automobilistico e motociclistico.
Il 1921 è infatti anche l’anno di fondazione di una importante casa di motociclette, la Moto Guzzi voluta da Carlo Guzzi e Giorgio Parodi. Un’azienda che nei suoi primi cento anni di vita ha prodotto oltre cinquanta modelli di veicoli, molti dei quali pensati e modellati sulle sponde del Lario venivano poi presentati al pubblico in anteprima proprio alla Fiera.
È la Fiera di Milano ad aver rappresentato per queste realtà un imprescindibile snodo per trasformare piccole aziende di provincia — spesso a conduzione familiare — in rappresentanti di livello mondiale del design italiano.
Ma il design non si limita solo all’oggettistica e all’arredo: quello di matrice italiana in particolar modo è celebre all’interno e oltre i confini nazionali anche per le creazioni nel settore automobilistico e motociclistico.
Il 1921 è infatti anche l’anno di fondazione di una importante casa di motociclette, la Moto Guzzi voluta da Carlo Guzzi e Giorgio Parodi. Un’azienda che nei suoi primi cento anni di vita ha prodotto oltre cinquanta modelli di veicoli, molti dei quali pensati e modellati sulle sponde del Lario venivano poi presentati al pubblico in anteprima proprio alla Fiera.
È la Fiera di Milano ad aver rappresentato per queste realtà un imprescindibile snodo per trasformare piccole aziende di provincia — spesso a conduzione familiare — in rappresentanti di livello mondiale del design italiano.
E luce (e radio) fu
«La Fiera campionaria si presta alla sperimentazione tecnologica ed è qui, infatti, che vengono proiettate le prime immagini televisive trasmesse in Italia.»
Se la Compagnia Generale di Elettricità (conosciuta più semplicemente con la sigla CGE) si era imposta come divisione italiana del gruppo industriale statunitense General Electric, la Italcable – nata da un’idea dell’imprenditore Giovanni Caroglio – rappresentava la società concessionaria nazionale per i servizi internazionali di telecomunicazione da e per l’Italia.
Queste due realtà fondate entrambe 100 anni fa sono le uniche all’interno di questo percorso tematico a non essere più attive (la prima ha chiuso le sue porte nel 1978, la seconda nel 1994) e le cui produzioni si sono alternate tra beni e servizi per fini sia domestici che militari.
Celebri della CGE sono le radio Audioletta e Consoletta, mentre di Italcable si ricordano soprattutto gli impianti telegrafici e quelli telefonici via radio ad uso pubblico che hanno permesso di mettere in comunicazione l’Italia con gli Stati Uniti e i paesi dell’America del Sud — gli unici di questo genere alla metà degli anni Venti.
Grazie a queste due industrie italiane gli spazi espositivi della Fiera di Milano si animano non solo di piccoli oggetti dalle linee seducenti – pensiamo anche solo alle eleganti e curiose televisioni portatili dalle antenne lunghe e sottili con le quali potersi intrattenere seguendo i programmi della Rai – ma anche di opere monumentali, come gli isolatori e alternatori per il servizio elettrico, che danno un’idea della dimensione umana davanti all’innovazione tecnologica.
«La Fiera campionaria si presta alla sperimentazione tecnologica ed è qui, infatti, che vengono proiettate le prime immagini televisive trasmesse in Italia.»
Se la Compagnia Generale di Elettricità (conosciuta più semplicemente con la sigla CGE) si era imposta come divisione italiana del gruppo industriale statunitense General Electric, la Italcable – nata da un’idea dell’imprenditore Giovanni Caroglio – rappresentava la società concessionaria nazionale per i servizi internazionali di telecomunicazione da e per l’Italia.
Queste due realtà fondate entrambe 100 anni fa sono le uniche all’interno di questo percorso tematico a non essere più attive (la prima ha chiuso le sue porte nel 1978, la seconda nel 1994) e le cui produzioni si sono alternate tra beni e servizi per fini sia domestici che militari.
Celebri della CGE sono le radio Audioletta e Consoletta, mentre di Italcable si ricordano soprattutto gli impianti telegrafici e quelli telefonici via radio ad uso pubblico che hanno permesso di mettere in comunicazione l’Italia con gli Stati Uniti e i paesi dell’America del Sud — gli unici di questo genere alla metà degli anni Venti.
Grazie a queste due industrie italiane gli spazi espositivi della Fiera di Milano si animano non solo di piccoli oggetti dalle linee seducenti – pensiamo anche solo alle eleganti e curiose televisioni portatili dalle antenne lunghe e sottili con le quali potersi intrattenere seguendo i programmi della Rai – ma anche di opere monumentali, come gli isolatori e alternatori per il servizio elettrico, che danno un’idea della dimensione umana davanti all’innovazione tecnologica.
E così, fra il 1921 e il 2021, sono trascorsi 100 anni.
Un secolo passato insieme, con la Fiera di Milano a fare da palcoscenico ma anche da chioccia per tutte quelle aziende che hanno animato nel tempo i suoi spazi — permettendone la crescita sotto la sua ala, dalla nascita alla consacrazione di quelli che oggi sono riconosciuti da tutti come i grandi nomi del Made in Italy.
Cos’è cambiato nell’arco di questi decenni? Apparentemente nulla: la Fiera di Milano continua a essere un soggetto capace di aggregare soggetti e opportunità, e le aziende a ritemprarsi a ogni nuova edizione; ma la Fiera di Milano non è più solo un contenitore, e oggi può vantare un archivio di cento e più storie per raccontare di sé e di chi è stato al suo fianco lungo questo primo grande traguardo.
E così, fra il 1921 e il 2021, sono trascorsi 100 anni.
Un secolo passato insieme, con la Fiera di Milano a fare da palcoscenico ma anche da chioccia per tutte quelle aziende che hanno animato nel tempo i suoi spazi — permettendone la crescita sotto la sua ala, dalla nascita alla consacrazione di quelli che oggi sono riconosciuti da tutti come i grandi nomi del Made in Italy.
Cos’è cambiato nell’arco di questi decenni? Apparentemente nulla: la Fiera di Milano continua a essere un soggetto capace di aggregare soggetti e opportunità, e le aziende a ritemprarsi a ogni nuova edizione; ma la Fiera di Milano non è più solo un contenitore, e oggi può vantare un archivio di cento e più storie per raccontare di sé e di chi è stato al suo fianco lungo questo primo grande traguardo.