Percorso tematico
Il passato che parla al futuro
Apple e Microsoft al traguardo del mezzo secolo
“L’innovazione ha bisogno del fallimento”. Non è una citazione ad effetto, ma … l’incipit della descrizione che compare sul sito di un piccolo museo di Helsingborg, in Svezia, che dovrebbe godere di una maggiore considerazione. Nella sua semplicità contiene una verità che riguarda tutti. Ogni progresso si basa sull’apprendimento dagli errori del passato, e dai fallimenti che hanno costellato l’evoluzione, compresa quella tecnologica. È bene ricordarlo, in un mondo che considera il passato un assodato stato di natura e non, come invece è, il risultato di una incredibile serie concatenata di innovazioni, cadute e risalite comprese.
“L’innovazione ha bisogno del fallimento”. Non è una citazione ad effetto, ma … l’incipit della descrizione che compare sul sito di un piccolo museo di Helsingborg, in Svezia, che dovrebbe godere di una maggiore considerazione. Nella sua semplicità contiene una verità che riguarda tutti. Ogni progresso si basa sull’apprendimento dagli errori del passato, e dai fallimenti che hanno costellato l’evoluzione, compresa quella tecnologica. È bene ricordarlo, in un mondo che considera il passato un assodato stato di natura e non, come invece è, il risultato di una incredibile serie concatenata di innovazioni, cadute e risalite comprese.
La Fiera delle novità
Nella sua galleria digitale, il Museum of Failure presenta in bella mostra una selezione variopinta di oggetti – a oggi quasi 200 – che non ce l’hanno fatta a imporsi tra i gusti, le tendenze o l’uso quotidiano della nostra storia recente.
Alcune, tra le tante, hanno persino goduto di solide premesse, come le calcolatrici meccaniche dell’azienda svedese Facit, prima per numero di prodotti e addetti impiegati all’inizio degli anni Settanta ma poi crollata in pochi anni a causa delle più economiche calcolatrici elettroniche di fattura giapponese.
La loro progressiva e inarrestabile diffusione sui mercati mostrò in modo eloquente quanto l’obsolescenza delle macchine meccaniche si sarebbe dovuta combattere dall’interno, investendo maggiormente sulla ricerca e sull’innovazione.
Storie simili, nutrite di successi e insuccessi, costellano anche l’archivio storico di Fiera Milano, che raccoglie tra le sue 500mila immagini anche quelle che raccontano la storia di prodotti, tecnologie, processi ospitati e lanciati nei suoi padiglioni espositivi, da sempre palcoscenico per le innovazioni.
Non stupisce che l’Ente abbia investito fin dagli albori nella promozione dell’elettronica e dell’informatica, intravedendo in questi settori due tra gli ambiti di sviluppo che si sarebbero rivelati fondamentali per accompagnare la società italiana verso la modernità.
Nella sua galleria digitale, il Museum of Failure presenta in bella mostra una selezione variopinta di oggetti – a oggi quasi 200 – che non ce l’hanno fatta a imporsi tra i gusti, le tendenze o l’uso quotidiano della nostra storia recente.
Alcune, tra le tante, hanno persino goduto di solide premesse, come le calcolatrici meccaniche dell’azienda svedese Facit, prima per numero di prodotti e addetti impiegati all’inizio degli anni Settanta ma poi crollata in pochi anni a causa delle più economiche calcolatrici elettroniche di fattura giapponese.
La loro progressiva e inarrestabile diffusione sui mercati mostrò in modo eloquente quanto l’obsolescenza delle macchine meccaniche si sarebbe dovuta combattere dall’interno, investendo maggiormente sulla ricerca e sull’innovazione.
Storie simili, nutrite di successi e insuccessi, costellano anche l’archivio storico di Fiera Milano, che raccoglie tra le sue 500mila immagini anche quelle che raccontano la storia di prodotti, tecnologie, processi ospitati e lanciati nei suoi padiglioni espositivi, da sempre palcoscenico per le innovazioni.
Non stupisce che l’Ente abbia investito fin dagli albori nella promozione dell’elettronica e dell’informatica, intravedendo in questi settori due tra gli ambiti di sviluppo che si sarebbero rivelati fondamentali per accompagnare la società italiana verso la modernità.
Tutto passa, qualcosa resta
Dare spazio ai prodotti era il compito della Fiera campionaria, presentarli, proporli e diffonderli quello delle aziende produttrici. È certo che non tutte le invenzioni siano passate da lì, né alla storia; ma alcune ce l’hanno fatta e tra queste due in particolare, che si apprestano a celebrare nel 2025 e 2026 un primo ragguardevole traguardo.
Apple e Microsoft festeggeranno infatti mezzo secolo di storia a testa, per quanto la portata dei cambiamenti che hanno introdotto nella nostra vita quotidiana faccia sembrare il mondo precedente alla loro creazione lontano ere geologiche.
Dare spazio ai prodotti era il compito della Fiera campionaria, presentarli, proporli e diffonderli quello delle aziende produttrici. È certo che non tutte le invenzioni siano passate da lì, né alla storia; ma alcune ce l’hanno fatta e tra queste due in particolare, che si apprestano a celebrare nel 2025 e 2026 un primo ragguardevole traguardo.
Apple e Microsoft festeggeranno infatti mezzo secolo di storia a testa, per quanto la portata dei cambiamenti che hanno introdotto nella nostra vita quotidiana faccia sembrare il mondo precedente alla loro creazione lontano ere geologiche.
Cogli la prima mela
Fondata nel 1976 a Cupertino da Steve Jobs e Steve Wozniak, Apple è stata ed è una delle principali aziende informatiche del mondo. Dopo aver conteso a IBM il primato nel commercio dei personal computer con l’immissione sul mercato dei primi Apple I ed Apple II, l’azienda di Cupertino è cresciuta fino a diventare la principale produttrice americana.
Dal primo modello con interfaccia grafica e mouse (il Machintosh,1984) Apple ha continuato a sfornare prodotti innovativi: dal lettore di musica digitale portatile Ipod (2001) al computer-telefono l’Iphone (2007); dal tablet-computer Ipad (2010) ai servizi di archiviazione internet iCloud (2011); dal sistema di pagamento Apple Pay al primo orologio smart Apple Watch (2015) e via via nell’ultimo quinquennio con il visore per la realtà mista Vision Pro (2023) e i sistemi operativi che integrano l’uso dell’intelligenza artificiale.
Nonostante alcuni sonori tonfi (il Tablet Newton o il Computer desktop Lisa) e una storia spesso conflittuale, Apple occupa tutt’oggi posizioni apicali negli indici di quotazione, risultando a settembre 2025 uno dei brand di maggior valore al mondo (oltre 3.400 miliardi di dollari).
Fondata nel 1976 a Cupertino da Steve Jobs e Steve Wozniak, Apple è stata ed è una delle principali aziende informatiche del mondo. Dopo aver conteso a IBM il primato nel commercio dei personal computer con l’immissione sul mercato dei primi Apple I ed Apple II, l’azienda di Cupertino è cresciuta fino a diventare la principale produttrice americana.
Dal primo modello con interfaccia grafica e mouse (il Machintosh,1984) Apple ha continuato a sfornare prodotti innovativi: dal lettore di musica digitale portatile Ipod (2001) al computer-telefono l’Iphone (2007); dal tablet-computer Ipad (2010) ai servizi di archiviazione internet iCloud (2011); dal sistema di pagamento Apple Pay al primo orologio smart Apple Watch (2015) e via via nell’ultimo quinquennio con il visore per la realtà mista Vision Pro (2023) e i sistemi operativi che integrano l’uso dell’intelligenza artificiale.
Nonostante alcuni sonori tonfi (il Tablet Newton o il Computer desktop Lisa) e una storia spesso conflittuale, Apple occupa tutt’oggi posizioni apicali negli indici di quotazione, risultando a settembre 2025 uno dei brand di maggior valore al mondo (oltre 3.400 miliardi di dollari).
Microsoft
Antagonista per eccellenza, quanto meno nel mondo dei consumatori di software e sistemi operativi, la Microsoft di Bill Gates e Paul Allen nasce ad Albuquerque nel 1975, per poi trovare casa a Redmond (Washington) dal 1979. Grazie alla collaborazione con IBM, la società sviluppa prima il sistema operativo MS-DOS (1981) e via via altri prodotti di successo come i software Word ed Excel e il sistema operativo Windows, che in breve tempo si diffondono su scala mondiale.
Il cammino dell’azienda non è costellato solo da successi: a partire dagli anni Novanta, le accuse di pratiche monopolistiche e le cause legali con il Dipartimento di giustizia americano e la Commissione Europa limitano fortemente la sua espansione. Ma la tendenza verso l’alto è innegabile, ed è suffragata dai dati: il numero di dipendenti impiegati alla fine del primo decennio del nuovo Millennio è di circa 90.000, così come il fatturato registrato ammonta a 69 miliardi. Anche le acquisizioni procedono a ritmo sostenuto, e riguardano non solo divisioni aziendali e licenze su brevetti (come quelle di Nokia) ma intere società (LinkedIn, 2016) e spazi fisici, come una parte della Borsa di Londra (2022), funzionale allo sviluppo di infrastrutture cloud.
Antagonista per eccellenza, quanto meno nel mondo dei consumatori di software e sistemi operativi, la Microsoft di Bill Gates e Paul Allen nasce ad Albuquerque nel 1975, per poi trovare casa a Redmond (Washington) dal 1979. Grazie alla collaborazione con IBM, la società sviluppa prima il sistema operativo MS-DOS (1981) e via via altri prodotti di successo come i software Word ed Excel e il sistema operativo Windows, che in breve tempo si diffondono su scala mondiale.
Il cammino dell’azienda non è costellato solo da successi: a partire dagli anni Novanta, le accuse di pratiche monopolistiche e le cause legali con il Dipartimento di giustizia americano e la Commissione Europa limitano fortemente la sua espansione. Ma la tendenza verso l’alto è innegabile, ed è suffragata dai dati: il numero di dipendenti impiegati alla fine del primo decennio del nuovo Millennio è di circa 90.000, così come il fatturato registrato ammonta a 69 miliardi. Anche le acquisizioni procedono a ritmo sostenuto, e riguardano non solo divisioni aziendali e licenze su brevetti (come quelle di Nokia) ma intere società (LinkedIn, 2016) e spazi fisici, come una parte della Borsa di Londra (2022), funzionale allo sviluppo di infrastrutture cloud.
E la fiera?
A partire dagli anni Ottanta, la Fiera di Milano sostiene e accompagna la diffusione di questi e altri prodotti presso il grande pubblico. Ma l’attenzione alle innovazioni tecnologiche è già viva nel decennio precedente: a febbraio 1975 nei padiglioni milanesi si tiene la prima mostra internazionale dell’elettronica, INTEL, che raccoglie 217 espositori e attira oltre 17mila visitatori. Nello stesso anno in Fiera si registra la nascita della Centrale Computer Cis, il sistema integrato che consente l’accesso alle informazioni degli espositori e dei loro prodotti/servizi, vero antesignano del catalogo digitale.
A raccontarlo sono le immagini conservate nell’archivio digitale, ma anche le pagine della Rivista ufficiale dell’Ente e della pubblicistica nazionale. Sul Corriere della Sera del 18 aprile 1984 è una foto un po’ sgranata a raccontare ai lettori del quotidiano la visita del cardinale Martini nei padiglioni tecnologici della Fiera, Cis compreso, da cui si leverà la benedizione per l’intera Fiera.
A partire dagli anni Ottanta, la Fiera di Milano sostiene e accompagna la diffusione di questi e altri prodotti presso il grande pubblico. Ma l’attenzione alle innovazioni tecnologiche è già viva nel decennio precedente: a febbraio 1975 nei padiglioni milanesi si tiene la prima mostra internazionale dell’elettronica, INTEL, che raccoglie 217 espositori e attira oltre 17mila visitatori. Nello stesso anno in Fiera si registra la nascita della Centrale Computer Cis, il sistema integrato che consente l’accesso alle informazioni degli espositori e dei loro prodotti/servizi, vero antesignano del catalogo digitale.
A raccontarlo sono le immagini conservate nell’archivio digitale, ma anche le pagine della Rivista ufficiale dell’Ente e della pubblicistica nazionale. Sul Corriere della Sera del 18 aprile 1984 è una foto un po’ sgranata a raccontare ai lettori del quotidiano la visita del cardinale Martini nei padiglioni tecnologici della Fiera, Cis compreso, da cui si leverà la benedizione per l’intera Fiera.
Il filo di Arianna: cosa c’è (e come trovarlo)
Dieci anni dopo la sua introduzione, il sistema di orientamento del Cis è ormai uno strumento imprescindibile. Sempre il Corriere della Sera, il 12 aprile 1986, racconta di come i punti telematici siano diventati sei, grazie alla collaborazione con SIP. Nelle singole postazioni, i computer interrogati dalle hostess forniscono ai visitatori mappe personalizzate della Fiera e tabulati con numero di box, padiglioni degli espositori, posizione. Ogni struttura di servizio è fornita di un terminale Videotel, consultabile direttamente dal pubblico per ottenere notizie, e di apparecchi di “trasmissione fac-simile per l’invio in tutto il mondo di testi, disegni, planimetrie”.
In questo cammino di sperimentazione, Fiera Milano si pone sul piano del rapporto tra innovazioni e comportamenti umani come un esempio concreto di sistema aperto e interconnesso, in cui le prime trovano spazio influenzando i secondi, ponendo al contempo le premesse per l’introduzione di quelle successive.
Le storie di Apple e Microsoft rappresentano dunque due esempi felici, favoriti da massicce doti di investimento e visione, che parrebbero sottolineare come a imporsi, sulla scala del tempo, sia chi più osa.
Probabilmente è più vero che a farlo siano, in realtà, le aziende capaci di interpretare i segni che il futuro dissemina nel passato.
Dieci anni dopo la sua introduzione, il sistema di orientamento del Cis è ormai uno strumento imprescindibile. Sempre il Corriere della Sera, il 12 aprile 1986, racconta di come i punti telematici siano diventati sei, grazie alla collaborazione con SIP. Nelle singole postazioni, i computer interrogati dalle hostess forniscono ai visitatori mappe personalizzate della Fiera e tabulati con numero di box, padiglioni degli espositori, posizione. Ogni struttura di servizio è fornita di un terminale Videotel, consultabile direttamente dal pubblico per ottenere notizie, e di apparecchi di “trasmissione fac-simile per l’invio in tutto il mondo di testi, disegni, planimetrie”.
In questo cammino di sperimentazione, Fiera Milano si pone sul piano del rapporto tra innovazioni e comportamenti umani come un esempio concreto di sistema aperto e interconnesso, in cui le prime trovano spazio influenzando i secondi, ponendo al contempo le premesse per l’introduzione di quelle successive.
Le storie di Apple e Microsoft rappresentano dunque due esempi felici, favoriti da massicce doti di investimento e visione, che parrebbero sottolineare come a imporsi, sulla scala del tempo, sia chi più osa.
Probabilmente è più vero che a farlo siano, in realtà, le aziende capaci di interpretare i segni che il futuro dissemina nel passato.