Percorso tematico
Gente di Fiera
Volti, lingue, culture, aspettative
Senza le sue visitatrici, i suoi visitatori, la Fiera di Milano sarebbe solamente un grande e silenzioso contenitore di stand, edifici e lunghi viali alberati. Aprendo le sue porte al mondo, ecco che si colora di infinite forme, volti, lingue, culture e aspettative: è questo che porta la fiera a dare il meglio di sé, rinnovandosi a ogni edizione e senza mai ripetersi.
Senza le sue visitatrici, i suoi visitatori, la Fiera di Milano sarebbe solamente un grande e silenzioso contenitore di stand, edifici e lunghi viali alberati. Aprendo le sue porte al mondo, ecco che si colora di infinite forme, volti, lingue, culture e aspettative: è questo che porta la fiera a dare il meglio di sé, rinnovandosi a ogni edizione e senza mai ripetersi.
La Fiera come occasione d’incontro
Il 12 aprile 1920 si teneva l’inaugurazione della prima Campionaria. Ecco che nel corso degli anni i vari paesi partecipanti hanno considerato l’esposizione come un’occasione per rinnovare l’amicizia fra i governi e i popoli, espressa con le innumerevoli strette di mano, i sorrisi e con i più insoliti omaggi.
Nei suoi 100 anni di vita, per la Fiera di Milano sono passate importanti personalità del mondo della politica ma anche dello sport, del cinema e della televisione, dell’arte e della cultura più in generale; tutte conquistate dalle ultime novità nei vari settori merceologici e dalle loro soluzioni espositive, per le quali sono sempre state impiegate estetiche, macchinari e tecnologie all’avanguardia.
Il 12 aprile 1920 si teneva l’inaugurazione della prima Campionaria. Ecco che nel corso degli anni i vari paesi partecipanti hanno considerato l’esposizione come un’occasione per rinnovare l’amicizia fra i governi e i popoli, espressa con le innumerevoli strette di mano, i sorrisi e con i più insoliti omaggi.
Nei suoi 100 anni di vita, per la Fiera di Milano sono passate importanti personalità del mondo della politica ma anche dello sport, del cinema e della televisione, dell’arte e della cultura più in generale; tutte conquistate dalle ultime novità nei vari settori merceologici e dalle loro soluzioni espositive, per le quali sono sempre state impiegate estetiche, macchinari e tecnologie all’avanguardia.
Lunghezze da coprire
A partire dagli anni Sessanta, la Fiera di Milano conosce un lungo e costante incremento degli spazi espositivi: se alla fine di questo decennio si contano complessivamente oltre 600 mila mq, all’inizio del 2000 questi arrivano a quasi 2 milioni. Tale crescita ha certamente contribuito nell’aumento dei numeri di visitatori, che già durante gli anni Cinquanta erano ben oltre i 4 milioni.
«Ciò che conta non è soltanto che Fiera Milano sia cresciuta in maniera straordinaria, ma che questa crescita abbia assunto un duplice significato: di volano della crescita del sistema economico nazionale e internazionale nel suo complesso; e di indicatore di tale crescita. Un significato prezioso, perché consente di esercitare una funzione di spinta verso una specifica prospettiva di integrazione economica, sociale, culturale.»
A partire dagli anni Sessanta, la Fiera di Milano conosce un lungo e costante incremento degli spazi espositivi: se alla fine di questo decennio si contano complessivamente oltre 600 mila mq, all’inizio del 2000 questi arrivano a quasi 2 milioni. Tale crescita ha certamente contribuito nell’aumento dei numeri di visitatori, che già durante gli anni Cinquanta erano ben oltre i 4 milioni.
«Ciò che conta non è soltanto che Fiera Milano sia cresciuta in maniera straordinaria, ma che questa crescita abbia assunto un duplice significato: di volano della crescita del sistema economico nazionale e internazionale nel suo complesso; e di indicatore di tale crescita. Un significato prezioso, perché consente di esercitare una funzione di spinta verso una specifica prospettiva di integrazione economica, sociale, culturale.»
Come per qualunque evento espositivo, il camminare – insieme all’osservare – rappresenta l’attività principale con il quale si confronta ogni visitatore; e all’interno della Fiera di Milano coprire i 2 milioni di mq di spazi espositivi non è certamente una prova per tutti, l’esperienza si avvicina a volte quasi alla performance.
Così, curiosando per la Fiera, ci si può imbattere, oggi come ieri, in figure vestite di tutto punto che si concedono una breve pausa ai margini del percorso, in attesa che amici o parenti finiscano di visitare gli stand, oppure che inizi un altro appuntamento di lavoro.
Di questi particolari episodi ne hanno approfittato i numerosi fotografi – professionisti o non – passati per gli spazi, che con le loro macchinette appese al collo hanno immortalato con grande ironia le espressioni più curiose della gente che incontravano: la Fiera di Milano non è solamente una seriosa questione di affari, ma anche distillato vivido e variopinto del nostro Paese.
Come per qualunque evento espositivo, il camminare – insieme all’osservare – rappresenta l’attività principale con il quale si confronta ogni visitatore; e all’interno della Fiera di Milano coprire i 2 milioni di mq di spazi espositivi non è certamente una prova per tutti, l’esperienza si avvicina a volte quasi alla performance.
Così, curiosando per la Fiera, ci si può imbattere, oggi come ieri, in figure vestite di tutto punto che si concedono una breve pausa ai margini del percorso, in attesa che amici o parenti finiscano di visitare gli stand, oppure che inizi un altro appuntamento di lavoro.
Di questi particolari episodi ne hanno approfittato i numerosi fotografi – professionisti o non – passati per gli spazi, che con le loro macchinette appese al collo hanno immortalato con grande ironia le espressioni più curiose della gente che incontravano: la Fiera di Milano non è solamente una seriosa questione di affari, ma anche distillato vivido e variopinto del nostro Paese.
I pilastri della Fiera
Nei suoi oltre 100 anni di attività la Fiera di Milano si è conquistata un ruolo di prim’ordine tra i grandi eventi fieristici ed espositivi internazionali, continuando anche nel XXI secolo a mantenere un alto livello di contenuti e proposte.
Nei suoi oltre 100 anni di attività la Fiera di Milano si è conquistata un ruolo di prim’ordine tra i grandi eventi fieristici ed espositivi internazionali, continuando anche nel XXI secolo a mantenere un alto livello di contenuti e proposte.
È infatti tra le prime sedi al mondo per numero di visitatori, di manifestazioni ospitate e di metri quadri espositivi. Al raggiungimento di questo blasone non hanno contribuito solamente gli organizzatori delle diverse edizioni o i grandi brand internazionali ospitati, ma anche quelle figure professionali che hanno ruotato intorno alla galassia-Fiera Milano: dai macchinisti alle guardie giurate, passando per gli addetti ai servizi e agli allestimenti. Lavoratori che con le loro competenze specialistiche continuano tutt’oggi a mantenere viva una realtà che si identifica pienamente nella città di Milano e nella qualità dei prodotti proposti.
È infatti tra le prime sedi al mondo per numero di visitatori, di manifestazioni ospitate e di metri quadri espositivi. Al raggiungimento di questo blasone non hanno contribuito solamente gli organizzatori delle diverse edizioni o i grandi brand internazionali ospitati, ma anche quelle figure professionali che hanno ruotato intorno alla galassia-Fiera Milano: dai macchinisti alle guardie giurate, passando per gli addetti ai servizi e agli allestimenti. Lavoratori che con le loro competenze specialistiche continuano tutt’oggi a mantenere viva una realtà che si identifica pienamente nella città di Milano e nella qualità dei prodotti proposti.
La Fiera in dialogo con la fotografia d’autore
Rielaborando con strumenti e indirizzi moderni i propri contenuti, nel 1985 la Fiera di Milano decide di avviare una serie di iniziative per rivalutare la Campionaria.
In questo contesto si inserisce il servizio fotografico commissionato a Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin – due dei più importanti nomi della fotografia internazionale – le cui immagini saranno pubblicate nel volume dal titolo La grande Fiera, 1985.
Con i loro sguardi complementari ma pur sempre in dialogo costante, i due autori raccontano una fiera differente, in cui al posto dei prodotti esposti, delle macchine industriali e degli uomini d’affari viene rappresentato quello che nella maggior parte delle occasioni rimarrebbe nell’ombra: le scene di vita quotidiana, che nel loro complesso costituiscono una variegata geometria di volti, figure e forme; a sottolineare come esse rappresentino le fondamenta vive di quel palco teatrale su cui viene messo in scena ogni anno il grande spettacolo della Fiera di Milano.
Rielaborando con strumenti e indirizzi moderni i propri contenuti, nel 1985 la Fiera di Milano decide di avviare una serie di iniziative per rivalutare la Campionaria.
In questo contesto si inserisce il servizio fotografico commissionato a Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin – due dei più importanti nomi della fotografia internazionale – le cui immagini saranno pubblicate nel volume dal titolo La grande Fiera, 1985.
Con i loro sguardi complementari ma pur sempre in dialogo costante, i due autori raccontano una fiera differente, in cui al posto dei prodotti esposti, delle macchine industriali e degli uomini d’affari viene rappresentato quello che nella maggior parte delle occasioni rimarrebbe nell’ombra: le scene di vita quotidiana, che nel loro complesso costituiscono una variegata geometria di volti, figure e forme; a sottolineare come esse rappresentino le fondamenta vive di quel palco teatrale su cui viene messo in scena ogni anno il grande spettacolo della Fiera di Milano.
Nel 1995 Basilico torna nuovamente in Fiera, in occasione del suo 75° anniversario, ma stavolta accompagnato dal museologo Massimo Negri: i due autori realizzeranno un lavoro dedicato al quartiere Fiera, dal titolo Arte a Milano 1906-1929.
Relative a queste due fondamentali occasioni in cui sono stati coinvolti Berengo Gardin e Basilico, all’interno dell’Archivio Storico della Fondazione Fiera di Milano si conservano oggi oltre 500 materiali fotografici, tra stampe, fogli di provini a contatto e diapositive.
È infatti proprio grazie alla presenza dell’Archivio Storico che Fiera Milano vive un momento estremamente importante, «di presa di coscienza del proprio passato, e di consapevolezza della propria importanza come operatore economico, ma anche un momento di slancio, una grande accelerazione verso il consolidamento del proprio futuro».
Nel 1995 Basilico torna nuovamente in Fiera, in occasione del suo 75° anniversario, ma stavolta accompagnato dal museologo Massimo Negri: i due autori realizzeranno un lavoro dedicato al quartiere Fiera, dal titolo Arte a Milano 1906-1929.
Relative a queste due fondamentali occasioni in cui sono stati coinvolti Berengo Gardin e Basilico, all’interno dell’Archivio Storico della Fondazione Fiera di Milano si conservano oggi oltre 500 materiali fotografici, tra stampe, fogli di provini a contatto e diapositive.
È infatti proprio grazie alla presenza dell’Archivio Storico che Fiera Milano vive un momento estremamente importante, «di presa di coscienza del proprio passato, e di consapevolezza della propria importanza come operatore economico, ma anche un momento di slancio, una grande accelerazione verso il consolidamento del proprio futuro».
In questo discorso, però, manca ancora qualcuno: gli espositori – il vero nucleo attrattivo della Fiera di Milano; senza i quali ogni edizione non sarebbe un momento da ricordare.
È questa la pietra angolare che chiude e completa idealmente la complessa architettura della Fiera, dai cui balconi possiamo scorgere tutti quei volti che, nonostante i decenni trascorsi, le consento ancora di rimanere stabile e forte, e rappresentare un valido modello di riferimento per l’economia e l’industria italiana.
In questo discorso, però, manca ancora qualcuno: gli espositori – il vero nucleo attrattivo della Fiera di Milano; senza i quali ogni edizione non sarebbe un momento da ricordare.
È questa la pietra angolare che chiude e completa idealmente la complessa architettura della Fiera, dai cui balconi possiamo scorgere tutti quei volti che, nonostante i decenni trascorsi, le consento ancora di rimanere stabile e forte, e rappresentare un valido modello di riferimento per l’economia e l’industria italiana.