Percorso tematico
12 aprile 2020… 100 anni!
Il 12 aprile del 1920 Luigi Bizzozero, presidente del comitato promotore della prima Fiera di Milano, inaugura la Campionaria lungo i bastioni di Porta Venezia: Le Mostre d’oggi, le cosi dette Fiere, hanno il duplice vantaggio di essere campionarie e temporanee. Sono l’esibizione ridotta a dose omeopatica della produzione dell’oggi; sono la condensazione nell’espressione più sintetica del portato attuale dell’attività industriale. La loro durata dev’essere breve. Signori miei, il tempo pulsa con un ritmo velocissimo e l’invecchiamento è rapido.
Il 12 aprile del 1920 Luigi Bizzozero, presidente del comitato promotore della prima Fiera di Milano, inaugura la Campionaria lungo i bastioni di Porta Venezia: Le Mostre d’oggi, le cosi dette Fiere, hanno il duplice vantaggio di essere campionarie e temporanee. Sono l’esibizione ridotta a dose omeopatica della produzione dell’oggi; sono la condensazione nell’espressione più sintetica del portato attuale dell’attività industriale. La loro durata dev’essere breve. Signori miei, il tempo pulsa con un ritmo velocissimo e l’invecchiamento è rapido.
Un percorso iniziato anni prima
Quel 12 aprile è il frutto di un lungo viaggio, iniziato da uomini che vedono lo “spettacolo del lavoro”, la grande esposizione di saperi e di conoscenze che forma la trama di una società della produzione e del consumo, dove le esperienze dei singoli diventano esperienze collettive e i numeri della produzione industriale dialogano con le eccellenze dell’artigianalità. Così già nel 1916, in pieno conflitto mondiale, sotto la spinta di un folto gruppo di industriali si era costituito un comitato composto da Luigi Bizzozero, Ettore Carabelli con Virgilio Viganoni, Luigi Brenni, Tommaso Pini e altri membri dell’Alleanza Industriale e Commerciale, per la progettazione di una fiera campionaria milanese sul modello di quelle di Lione e di Lipsia. Terminata la guerra e passata l’epidemia di spagnola – quanti richiami al nostro presente tornano dopo cento anni -, il clima sociale è particolarmente acceso. Occorre riconvertire le strutture produttive, rimettere in moto l’economia e guardare con fiducia sia ai mercati interni sia a quelli esteri per ridare slancio ai commerci. Milano conosceva le esposizioni, ne aveva ospitata una Nazionale già nel 1881 e poi altre, fino a giungere al primo grande expo milanese, l’Esposizione internazionale del 1906, svoltasi dal 28 aprile ai primi di novembre, in occasione dell’apertura del traforo del Sempione. Ma una Esposizione non è una Fiera.
Quel 12 aprile è il frutto di un lungo viaggio, iniziato da uomini che vedono lo “spettacolo del lavoro”, la grande esposizione di saperi e di conoscenze che forma la trama di una società della produzione e del consumo, dove le esperienze dei singoli diventano esperienze collettive e i numeri della produzione industriale dialogano con le eccellenze dell’artigianalità. Così già nel 1916, in pieno conflitto mondiale, sotto la spinta di un folto gruppo di industriali si era costituito un comitato composto da Luigi Bizzozero, Ettore Carabelli con Virgilio Viganoni, Luigi Brenni, Tommaso Pini e altri membri dell’Alleanza Industriale e Commerciale, per la progettazione di una fiera campionaria milanese sul modello di quelle di Lione e di Lipsia. Terminata la guerra e passata l’epidemia di spagnola – quanti richiami al nostro presente tornano dopo cento anni -, il clima sociale è particolarmente acceso. Occorre riconvertire le strutture produttive, rimettere in moto l’economia e guardare con fiducia sia ai mercati interni sia a quelli esteri per ridare slancio ai commerci. Milano conosceva le esposizioni, ne aveva ospitata una Nazionale già nel 1881 e poi altre, fino a giungere al primo grande expo milanese, l’Esposizione internazionale del 1906, svoltasi dal 28 aprile ai primi di novembre, in occasione dell’apertura del traforo del Sempione. Ma una Esposizione non è una Fiera.
Un'idea e una giornata di paga
Nel 1919 il giornalista Marco Bolaffio riprende in mano il progetto di una Fiera Campionaria a Milano e investe quindici lire – lo stipendio di una sua giornata di lavoro – per acquistare alcuni opuscoli sulle maggiori fiere europee. Il gruppo del ’16 si ritrova, viene costituito un vero e proprio comitato promotore e vengono studiati nei dettagli gli aspetti organizzativi. Il 1° novembre 1919 si annuncia ufficialmente la nascita della Fiera Campionaria di Milano che si svolgerà dal 12 al 27 aprile 1920. Il gruppo di lavoro occupa tre piccoli locali della ditta Manzoni in via Agnello 12. L’organizzazione dell’evento si rivela subito complessa e richiede un notevole investimento prima ancora di aver realmente sondato l’interesse dei potenziali espositori. I membri del comitato non desistono e anticipano un capitale personale di centomila lire ciascuno. Viene individuata l’area dei Bastioni di Porta Venezia – la stessa utilizzata per la grande Esposizione Nazionale del 1881 – e messa a disposizione dal Comune per una cifra simbolica. Iniziano i lavori di costruzione delle opere necessarie alla Fiera. Ed eccola, è il 12 aprile 1920, si può finalmente attraversare il grande arco d’ingresso della Fiera Campionaria di Milano.
Nel 1919 il giornalista Marco Bolaffio riprende in mano il progetto di una Fiera Campionaria a Milano e investe quindici lire – lo stipendio di una sua giornata di lavoro – per acquistare alcuni opuscoli sulle maggiori fiere europee. Il gruppo del ’16 si ritrova, viene costituito un vero e proprio comitato promotore e vengono studiati nei dettagli gli aspetti organizzativi. Il 1° novembre 1919 si annuncia ufficialmente la nascita della Fiera Campionaria di Milano che si svolgerà dal 12 al 27 aprile 1920. Il gruppo di lavoro occupa tre piccoli locali della ditta Manzoni in via Agnello 12. L’organizzazione dell’evento si rivela subito complessa e richiede un notevole investimento prima ancora di aver realmente sondato l’interesse dei potenziali espositori. I membri del comitato non desistono e anticipano un capitale personale di centomila lire ciascuno. Viene individuata l’area dei Bastioni di Porta Venezia – la stessa utilizzata per la grande Esposizione Nazionale del 1881 – e messa a disposizione dal Comune per una cifra simbolica. Iniziano i lavori di costruzione delle opere necessarie alla Fiera. Ed eccola, è il 12 aprile 1920, si può finalmente attraversare il grande arco d’ingresso della Fiera Campionaria di Milano.
Industriali iscrivetevi!
Questo il grande slogan sul primo manifesto della Fiera. E la risposta si può leggere lungo i Bastioni che da Porta Venezia si snodano fino a Porta Garibaldi, su una superficie totale di 15 mila mq, con la sistemazione di decine di baracche in legno prefabbricate, precedentemente impiegate per l’accoglienza dei profughi di Caporetto della prima guerra mondiale: la Fiera di Milano.
Questo il grande slogan sul primo manifesto della Fiera. E la risposta si può leggere lungo i Bastioni che da Porta Venezia si snodano fino a Porta Garibaldi, su una superficie totale di 15 mila mq, con la sistemazione di decine di baracche in legno prefabbricate, precedentemente impiegate per l’accoglienza dei profughi di Caporetto della prima guerra mondiale: la Fiera di Milano.
Un successo che si ripeterà negli anni
Gli sforzi organizzativi della prima manifestazione sono coronati da ampio successo, con la partecipazione di 1233 espositori (di cui 224 esteri) e con oltre 360 mila visitatori.
Da quei primi vagiti la Fiera di Milano è cresciuta anno su anno, cambiando sede dai Bastioni alla ex piazza d’Armi (1923), colonizzando poi il Portello (1997) e infine spostandosi sui comuni di Rho e Pero (2005).
100 anni di storia, di cambiamento, di sogni e di realtà.
100 anni il 12 aprile 2020, per guardare ai prossimi 100 con la forza che viene dalle parole che pronunciò Luigi Bizzozero quel lunedì 12 aprile 1920: L’Italia non è morta! Essa vive più che mai in questa festa del lavoro, nella coscienza sicura del suo avvenire nella febbrile attività del suo genio!
Gli sforzi organizzativi della prima manifestazione sono coronati da ampio successo, con la partecipazione di 1233 espositori (di cui 224 esteri) e con oltre 360 mila visitatori.
Da quei primi vagiti la Fiera di Milano è cresciuta anno su anno, cambiando sede dai Bastioni alla ex piazza d’Armi (1923), colonizzando poi il Portello (1997) e infine spostandosi sui comuni di Rho e Pero (2005).
100 anni di storia, di cambiamento, di sogni e di realtà.
100 anni il 12 aprile 2020, per guardare ai prossimi 100 con la forza che viene dalle parole che pronunciò Luigi Bizzozero quel lunedì 12 aprile 1920: L’Italia non è morta! Essa vive più che mai in questa festa del lavoro, nella coscienza sicura del suo avvenire nella febbrile attività del suo genio!