Radiomarelli
EnteMetadati
Descrizione
Date di esistenza
Data di istituzione/costituzione: 1929
Data di soppressione/cessazione: 1976
Wikipedia
Attività e/o professione
Qualifica: Azienda
Storia istituzionale
Fu fondata il 19 novembre 1929 su decisione di Giovanni Agnelli e di Bruno Quintavalle presidente della Ercole Marelli, al fine di produrre e commercializzare apparecchi radiofonici in Italia. In origine era una divisione della Magneti Marelli specializzata in tale produzione. La sede legale era a Milano in corso Venezia 51. I primi modelli di radio di questa marca vennero prodotti con brevetti americani: molti di essi assomigliano a radio americane di marca American Bosch. Successivamente avviò anche una progettazione autonoma di apparecchi radio e televisori. Nel 1936 effettuò ricerche sperimentali nella televisione elettronica. Negli anni cinquanta e sessanta i cataloghi si ampliano con la presenza di prodotti sempre aggiornati. Seppure non fosse il suo core business, dalla metà degli anni cinquanta l'azienda sviluppò alcuni prodotti di design, in collaborazione con professionisti del settore. Un caso è il televisore portatile a 17 pollici Movision rv 126, disegnato da Pierluigi Spadolini.
All'apice del successo, negli anni sessanta, il catalogo comprendeva, oltre agli apparecchi radiofonici sviluppati secondo il sistema Supereterodina, anche televisori, nonché elettrodomestici (frigoriferi, lucidatrici, aspirapolvere, lavatrici e condizionatori).
La Radiomarelli venne ceduta dalla Magneti Marelli nel 1975 alla Seimart elettronica (Società Esercizio Industriale Manifatturiere Radio e Tv). Questa, in realtà, era una società costituita nel 1971 da una finanziaria piemontese con soci Cassa di Risparmio di Torino, Istituto Bancario San Paolo di Torino, Banca Popolare di Novara, la Finanziaria Regionale Piemontese, Fiat, FINDI (Pianelli e Traversi), per rilevare l'attività della fallita INFIN-Magnadyne di Torino. Dietro la SEIMART, che rilevava via via imprese italiane si trovava la GEPI (Società di Gestione Partecipazioni Industriali) fondata nel marzo del 1971 dall'IRI.
Nel 1976 la Radiomarelli - intesa come azienda - cessò ogni attività produttiva.
Nel corso degli anni successivi, il marchio Radiomarelli è stato riutilizzato in svariate occasioni e con diverse denominazioni (Radiomarelli Multimedia, etc.) da imprenditori italiani e stranieri, per il rebadging di prodotti d'importazione.
All'apice del successo, negli anni sessanta, il catalogo comprendeva, oltre agli apparecchi radiofonici sviluppati secondo il sistema Supereterodina, anche televisori, nonché elettrodomestici (frigoriferi, lucidatrici, aspirapolvere, lavatrici e condizionatori).
La Radiomarelli venne ceduta dalla Magneti Marelli nel 1975 alla Seimart elettronica (Società Esercizio Industriale Manifatturiere Radio e Tv). Questa, in realtà, era una società costituita nel 1971 da una finanziaria piemontese con soci Cassa di Risparmio di Torino, Istituto Bancario San Paolo di Torino, Banca Popolare di Novara, la Finanziaria Regionale Piemontese, Fiat, FINDI (Pianelli e Traversi), per rilevare l'attività della fallita INFIN-Magnadyne di Torino. Dietro la SEIMART, che rilevava via via imprese italiane si trovava la GEPI (Società di Gestione Partecipazioni Industriali) fondata nel marzo del 1971 dall'IRI.
Nel 1976 la Radiomarelli - intesa come azienda - cessò ogni attività produttiva.
Nel corso degli anni successivi, il marchio Radiomarelli è stato riutilizzato in svariate occasioni e con diverse denominazioni (Radiomarelli Multimedia, etc.) da imprenditori italiani e stranieri, per il rebadging di prodotti d'importazione.
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