Facta, Luigi
PersonaMetadati
Descrizione
Date di esistenza
Luogo di nascita: Pinerolo (Torino)
Data di nascita: 13 settembre 1861
Luogo di morte: Pinerolo (Torino)
Data di morte: 05 novembre 1930
Biografia / Storia
Luigi Facta riuscì a laurearsi in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Torino a soli diciotto anni, divenne avvocato nello studio legale ed entrò in politica nel 1884, venendo eletto consigliere comunale di Pinerolo, comune di cui fu successivamente sindaco. Nel 1892 divenne deputato nel collegio della sua città natale, dove fu puntualmente rieletto nel corso dei successivi trent'anni.
Giolittiano, membro del Partito Liberale, nel corso della sua carriera, che lo condusse anche a lavorare saltuariamente come giornalista, ebbe numerosi incarichi politici. Perse un figlio, caduto al fronte durante la Prima Guerra Mondiale. Nel dopoguerra, Luigi Facta continuò la sua ascesa e venne nominato dapprima ministro della giustizia nel governo Orlando e successivamente ancora ministro delle finanze nel quinto esecutivo guidato da Giolitti (1920 - 1921).
Il re Vittorio Emanuele III lo nominò presidente del Consiglio dei ministri il 26 febbraio 1922 (Governo Facta I). Facta (che occupò ad interim anche il ruolo di ministro dell'interno) fu sfiduciato a luglio, ma il re, non riuscendo a trovare nessuno disposto a formare un nuovo governo, rinviò Facta alla Camera, che votò la fiducia il 1º agosto (Governo Facta II). Facta conservò tale incarico fino al 27 ottobre dello stesso anno. Quando seppe che i fascisti avrebbero organizzato una marcia su Roma, fu dapprima indeciso sul da farsi e successivamente propose al re di promulgare lo stato d'assedio, senza però ottenere la firma del sovrano. L'indomani, lui e il governo rassegnarono le dimissioni e Vittorio Emanuele III fece telegrafare a Mussolini che si trovava a Milano di recarsi immediatamente a Roma per formare il nuovo governo. Facta non si oppose al regime e nel 1924 fu nominato senatore del Regno.
Giolittiano, membro del Partito Liberale, nel corso della sua carriera, che lo condusse anche a lavorare saltuariamente come giornalista, ebbe numerosi incarichi politici. Perse un figlio, caduto al fronte durante la Prima Guerra Mondiale. Nel dopoguerra, Luigi Facta continuò la sua ascesa e venne nominato dapprima ministro della giustizia nel governo Orlando e successivamente ancora ministro delle finanze nel quinto esecutivo guidato da Giolitti (1920 - 1921).
Il re Vittorio Emanuele III lo nominò presidente del Consiglio dei ministri il 26 febbraio 1922 (Governo Facta I). Facta (che occupò ad interim anche il ruolo di ministro dell'interno) fu sfiduciato a luglio, ma il re, non riuscendo a trovare nessuno disposto a formare un nuovo governo, rinviò Facta alla Camera, che votò la fiducia il 1º agosto (Governo Facta II). Facta conservò tale incarico fino al 27 ottobre dello stesso anno. Quando seppe che i fascisti avrebbero organizzato una marcia su Roma, fu dapprima indeciso sul da farsi e successivamente propose al re di promulgare lo stato d'assedio, senza però ottenere la firma del sovrano. L'indomani, lui e il governo rassegnarono le dimissioni e Vittorio Emanuele III fece telegrafare a Mussolini che si trovava a Milano di recarsi immediatamente a Roma per formare il nuovo governo. Facta non si oppose al regime e nel 1924 fu nominato senatore del Regno.
Wikipedia
Attività e/o professione
Qualifica: Politico
Qualifica: Ministro
Qualifica: Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia
Data: 26 febbraio 1922 – 31 ottobre 1922
Nazionalità
italiana