Rivarossi
EnteMetadati
Descrizione
Date di esistenza
Data di istituzione/costituzione: 1945
Data di soppressione/cessazione: 2004
Note: acquisizione da parte della Hornby International Ltd
Wikipedia
Sede
Città: Como
Attività e/o professione
Qualifica: Azienda
Storia istituzionale
La Rivarossi è stata la prima e, per molti anni, la più famosa ditta costruttrice di modelli ferroviari in Italia.
Sebbene in Europa e negli Stati Uniti d'America esistessero già da molti anni ditte specializzate nello stesso settore, la Rivarossi contribuì decisamente alla separazione definitiva del treno giocattolo dal "modello". Quest'ultimo era ed è caratterizzato da una maggiore attenzione alla riproduzione fedele e in scala dei suoi prototipi. Si distinse, inoltre, per originali innovazioni tecnologiche che le permisero, insieme a un'attenzione alla clientela inconsueta nel mondo della produzione di massa, di far nascere un mercato interno per i suoi prodotti e d'inserirsi rapidamente e stabilmente nei più importanti mercati mondiali.
La Rivarossi fu fondata il 31 ottobre 1945 come società in accomandita semplice dall'ingegner Alessandro Rossi (Schio, 1921 - Cortina d'Ampezzo, 2010) discendente dell'imprenditore ottocentesco Alessandro Rossi, che rilevò una fabbrica di commutatori elettrici (Apparecchi Strumenti Aeronautici snc) di cui era già comproprietario il ragionier Antonio Riva (uscito dalla società il 24 ottobre 1946) Gli inizi furono in un'officina di pochi locali ad Albese (Como) ma già nel 1947 venne inaugurato lo stabilimento, costruito dall'impresa Mario Faverio, a Sagnino presso Como, che sarà la sede definitiva fino al 2000. All'inizio volle caratterizzarsi come produttrice di "giocattoli scientifici" oltre che di modelli ferroviari, e nei primi anni produsse anche scatole di costruzioni metalliche ispirate al Meccano. Nel 1946 venne presentato il primo modello, quello dell'automotrice elettrica E.700 delle Ferrovie Nord Milano, insieme a un primo complesso di binari e componentistica di comando. Nello stesso anno la ditta espose alla Fiera Campionaria di Milano il suo primo assortimento con un plastico ferroviario. Un anno dopo il modello di un'automotrice Diesel delle FS segnò l'inizio della transizione dal giocattolo di lusso al modello.
Dai primi anni cinquanta acquisì la rappresentanza esclusiva per l'Italia di alcune delle più importanti ditte straniere produttrici di materiali accessori per il modellismo ferroviario. All'inizio degli anni sessanta, dapprima grazie ad accordi con la tedesca Trix e poi autonomamente, iniziò la produzione di modelli per i ricchi mercati tedesco e svizzero.
Ricevette per tre volte il premio Pinocchio d'oro (nel 1962 per la serie di modelli in scatola di montaggio TrenHObby, nel 1963 per il Sistema Tramway e nel 1964 per la serie di modelli verniciati a imitazione dell'ottone Modello HO Oro).
Dopo alcuni anni di convulse vicissitudini gestionali e finanziarie e nonostante un tentativo di salvataggio in extremis da parte di una cordata d'imprenditori vicentini, sostenuta anche da ex dirigenti e dipendenti della Lima e della Rivarossi, nel settembre 2004 il gruppo cessò le attività e venne successivamente acquisito per otto milioni di euro dall'inglese Hornby (altra storica marca del settore), che da allora continua a produrre col marchio Rivarossi ma in Cina.
Durante la sua attività, la Rivarossi ha introdotto diverse innovazioni, alcune delle quali brevettate, poi seguite anche dalle principali industrie di modellismo italiane e straniere come l'utilizzo di materiali plastici a sostituzione del metallo per carrozzerie e altre parti dei modellini.
Sebbene in Europa e negli Stati Uniti d'America esistessero già da molti anni ditte specializzate nello stesso settore, la Rivarossi contribuì decisamente alla separazione definitiva del treno giocattolo dal "modello". Quest'ultimo era ed è caratterizzato da una maggiore attenzione alla riproduzione fedele e in scala dei suoi prototipi. Si distinse, inoltre, per originali innovazioni tecnologiche che le permisero, insieme a un'attenzione alla clientela inconsueta nel mondo della produzione di massa, di far nascere un mercato interno per i suoi prodotti e d'inserirsi rapidamente e stabilmente nei più importanti mercati mondiali.
La Rivarossi fu fondata il 31 ottobre 1945 come società in accomandita semplice dall'ingegner Alessandro Rossi (Schio, 1921 - Cortina d'Ampezzo, 2010) discendente dell'imprenditore ottocentesco Alessandro Rossi, che rilevò una fabbrica di commutatori elettrici (Apparecchi Strumenti Aeronautici snc) di cui era già comproprietario il ragionier Antonio Riva (uscito dalla società il 24 ottobre 1946) Gli inizi furono in un'officina di pochi locali ad Albese (Como) ma già nel 1947 venne inaugurato lo stabilimento, costruito dall'impresa Mario Faverio, a Sagnino presso Como, che sarà la sede definitiva fino al 2000. All'inizio volle caratterizzarsi come produttrice di "giocattoli scientifici" oltre che di modelli ferroviari, e nei primi anni produsse anche scatole di costruzioni metalliche ispirate al Meccano. Nel 1946 venne presentato il primo modello, quello dell'automotrice elettrica E.700 delle Ferrovie Nord Milano, insieme a un primo complesso di binari e componentistica di comando. Nello stesso anno la ditta espose alla Fiera Campionaria di Milano il suo primo assortimento con un plastico ferroviario. Un anno dopo il modello di un'automotrice Diesel delle FS segnò l'inizio della transizione dal giocattolo di lusso al modello.
Dai primi anni cinquanta acquisì la rappresentanza esclusiva per l'Italia di alcune delle più importanti ditte straniere produttrici di materiali accessori per il modellismo ferroviario. All'inizio degli anni sessanta, dapprima grazie ad accordi con la tedesca Trix e poi autonomamente, iniziò la produzione di modelli per i ricchi mercati tedesco e svizzero.
Ricevette per tre volte il premio Pinocchio d'oro (nel 1962 per la serie di modelli in scatola di montaggio TrenHObby, nel 1963 per il Sistema Tramway e nel 1964 per la serie di modelli verniciati a imitazione dell'ottone Modello HO Oro).
Dopo alcuni anni di convulse vicissitudini gestionali e finanziarie e nonostante un tentativo di salvataggio in extremis da parte di una cordata d'imprenditori vicentini, sostenuta anche da ex dirigenti e dipendenti della Lima e della Rivarossi, nel settembre 2004 il gruppo cessò le attività e venne successivamente acquisito per otto milioni di euro dall'inglese Hornby (altra storica marca del settore), che da allora continua a produrre col marchio Rivarossi ma in Cina.
Durante la sua attività, la Rivarossi ha introdotto diverse innovazioni, alcune delle quali brevettate, poi seguite anche dalle principali industrie di modellismo italiane e straniere come l'utilizzo di materiali plastici a sostituzione del metallo per carrozzerie e altre parti dei modellini.