Iso
EnteMetadati
Descrizione
Date di esistenza
Data di istituzione/costituzione: 1939
Data di soppressione/cessazione: 1974
Wikipedia
Sede
Città: Milano
Attività e/o professione
Qualifica: Azienda
Storia istituzionale
La Iso è stata una casa automobilistica e motociclistica italiana attiva nel settore dei veicoli a motore dal 1948 al 1974 che, negli anni, ha assunto varie denominazioni, da S.A Isothermos dal 1940, Iso SPA Autoveicoli nel 1952, Iso SPA Automotoveicoli nel 1957, Iso Rivolta nel 1962, per finire a Iso Motor Company SPA nel 1973.
La Iso affonda le sue origini nella Isothermos di Bolzaneto, una fabbrica di caloriferi e refrigeratori elettrici, acquistata dall'ingegnere Renzo Rivolta nel 1939 e trasferita a Bresso nel 1942, dopo che un bombardamento su Genova ne aveva distrutti gli opifici. Subito dopo la fine del conflitto, Renzo Rivolta decise di indirizzare la propria azienda alla produzione di motociclette, un tipo di mercato che in quegli anni offriva degli ottimi sbocchi commerciali. Nel 1948 Rivolta acquistò i progetti e la piccola catena di montaggio delle Officine Ottavio Quadrio di Milano, dove si costruiva un piccolo scooter completamente carenato, progettato dall'ingegner Gianfranco Scarpa e dallo stesso commercializzato come Giesse Furetto. Il "Furetto", che mantenne identica denominazione anche col marchio Isothermos. Ne seguì dunque lo studio di un nuovo progetto che nel 1949 diede alla luce lo scooter "Iso 125" (oggi popolarmente conosciuta col nome "Isoscooter"), equipaggiato da un motore a cilindro sdoppiato ispirato al 125 Puch. All'inizio del 1952 la ragione sociale variò in "Iso Autoveicoli Spa", mentre la produzione di frigoriferi e caloriferi era già dismessa dal 1951.
Nei primi anni cinquanta Renzo Rivolta stava pensando a un salto di qualità: voleva infatti realizzare un autoveicolo che stesse a metà strada tra la moto e l'automobile, in maniera tale da colmare il divario tra la classica motocicletta e la vettura italiana più economica del momento, cioè la Fiat Topolino. L'idea era quella di proporre una motocicletta dotata di carrozzeria, per avere un mezzo ugualmente economico, ma che consentisse di viaggiare al chiuso come nelle normali automobili. Fu così che la ragione sociale dell'azienda fu mutata in Iso Autoveicoli e nel 1953 fu lanciata Isetta, una particolarissima autovettura dalla forma "ad uovo", una sorta di scooter cabinato, con quattro ruote (le due posteriori ravvicinate) e l'abitacolo (per 2 persone) con un'unica via d'accesso: la porta frontale (che faceva anche da muso alla vettura), inglobante anche parabrezza e volante. In Italia la Isetta non colse un gran successo e Renzo Rivolta decise di dare in licenza il prodotto all'estero.
Alla fine del 1956 la Iso Isetta uscì di produzione. Nel frattempo, la Casa di Bresso realizzò la Iso 400, una piccola vettura dall'impostazione più convenzionale, con carrozzeria a tre volumi, che però rimase allo stadio di prototipo. All'inizio del 1957 la Iso terminò la propria attività nel settore delle microvetture e delle moto. Renzo Rivolta decise di effettuare un nuovo cambio di rotta e, sulle ceneri della Iso Autoveicoli, fondò la Iso Rivolta, una casa automobilistica orientata al ristretto mercato delle granturismo di alta gamma, caratterizzata da una produzione posta a metà strada tra le GT di scuola tedesca o statunitense e le GT di scuola italiana.
Nel 2020 il marchio Iso Rivolta è tornato a essere utilizzato per iniziativa di Marella Rivolta, figlia del fondatore dell'ex azienda bressese, e del marito Andrea Zagato, che hanno realizzato alcuni modelli granturismo in edizione limitata, costruiti dalla carrozzeria Zagato di Rho. Nell'ex area della fabbrica di Bresso, nel 2008, l'amministrazione comunale ha dedicato una via di nuova costruzione alla Isetta. Uno dei due capannoni superstiti della fabbrica di Bresso, dal 2013, ospita la nuova sede dell'Ufficio Postale del comune.
La Iso affonda le sue origini nella Isothermos di Bolzaneto, una fabbrica di caloriferi e refrigeratori elettrici, acquistata dall'ingegnere Renzo Rivolta nel 1939 e trasferita a Bresso nel 1942, dopo che un bombardamento su Genova ne aveva distrutti gli opifici. Subito dopo la fine del conflitto, Renzo Rivolta decise di indirizzare la propria azienda alla produzione di motociclette, un tipo di mercato che in quegli anni offriva degli ottimi sbocchi commerciali. Nel 1948 Rivolta acquistò i progetti e la piccola catena di montaggio delle Officine Ottavio Quadrio di Milano, dove si costruiva un piccolo scooter completamente carenato, progettato dall'ingegner Gianfranco Scarpa e dallo stesso commercializzato come Giesse Furetto. Il "Furetto", che mantenne identica denominazione anche col marchio Isothermos. Ne seguì dunque lo studio di un nuovo progetto che nel 1949 diede alla luce lo scooter "Iso 125" (oggi popolarmente conosciuta col nome "Isoscooter"), equipaggiato da un motore a cilindro sdoppiato ispirato al 125 Puch. All'inizio del 1952 la ragione sociale variò in "Iso Autoveicoli Spa", mentre la produzione di frigoriferi e caloriferi era già dismessa dal 1951.
Nei primi anni cinquanta Renzo Rivolta stava pensando a un salto di qualità: voleva infatti realizzare un autoveicolo che stesse a metà strada tra la moto e l'automobile, in maniera tale da colmare il divario tra la classica motocicletta e la vettura italiana più economica del momento, cioè la Fiat Topolino. L'idea era quella di proporre una motocicletta dotata di carrozzeria, per avere un mezzo ugualmente economico, ma che consentisse di viaggiare al chiuso come nelle normali automobili. Fu così che la ragione sociale dell'azienda fu mutata in Iso Autoveicoli e nel 1953 fu lanciata Isetta, una particolarissima autovettura dalla forma "ad uovo", una sorta di scooter cabinato, con quattro ruote (le due posteriori ravvicinate) e l'abitacolo (per 2 persone) con un'unica via d'accesso: la porta frontale (che faceva anche da muso alla vettura), inglobante anche parabrezza e volante. In Italia la Isetta non colse un gran successo e Renzo Rivolta decise di dare in licenza il prodotto all'estero.
Alla fine del 1956 la Iso Isetta uscì di produzione. Nel frattempo, la Casa di Bresso realizzò la Iso 400, una piccola vettura dall'impostazione più convenzionale, con carrozzeria a tre volumi, che però rimase allo stadio di prototipo. All'inizio del 1957 la Iso terminò la propria attività nel settore delle microvetture e delle moto. Renzo Rivolta decise di effettuare un nuovo cambio di rotta e, sulle ceneri della Iso Autoveicoli, fondò la Iso Rivolta, una casa automobilistica orientata al ristretto mercato delle granturismo di alta gamma, caratterizzata da una produzione posta a metà strada tra le GT di scuola tedesca o statunitense e le GT di scuola italiana.
Nel 2020 il marchio Iso Rivolta è tornato a essere utilizzato per iniziativa di Marella Rivolta, figlia del fondatore dell'ex azienda bressese, e del marito Andrea Zagato, che hanno realizzato alcuni modelli granturismo in edizione limitata, costruiti dalla carrozzeria Zagato di Rho. Nell'ex area della fabbrica di Bresso, nel 2008, l'amministrazione comunale ha dedicato una via di nuova costruzione alla Isetta. Uno dei due capannoni superstiti della fabbrica di Bresso, dal 2013, ospita la nuova sede dell'Ufficio Postale del comune.