Giulio Einaudi Editore
EnteMetadati
Descrizione
Date di esistenza
Data di istituzione/costituzione: 1933 -
Wikipedia
Sede
Nome: Giulio Einaudi Editore
Città: Torino
Attività e/o professione
Qualifica: Azienda
Storia istituzionale
Fondata a Torino il 15 novembre 1933 da Giulio Einaudi, figlio del futuro Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, la storia della casa editrice Giulio Einaudi Editore coincide con l’avventura imprenditoriale, umana e letteraria di un gruppo di amici, tutti studenti del liceo classico D’Azeglio di Torino, che seppure di classi diverse erano entrati in contatto con il professore Augusto Monti, attraverso il quale erano stati formati ai valori dell’impegno civile, della libertà e della cultura. Il gruppo era formato da Giulio Einaudi, il più giovane, attorno a cui si erano così raccolti Leone Ginzburg, Massimo Mila, Norberto Bobbio, Cesare Pavese, affiancati successivamente da altre figure come Natalia Ginzburg e Giaime Pintor.
Anche se guidata dall’anima imprenditoriale di Giulio Einaudi, i tratti peculiari della casa editrice furono la collegialità, il gusto per il confronto e l’intreccio politico-culturale ispirato da idee gobettiane e liberiste, tangibili nella saggistica. Durante gli anni quaranta la casa editrice è attiva in varie città italiane, la redazione romana e torinese viene affidata a Cesare Pavese e quella milanese a Elio Vittorini. Sarà quest'ultimo a dare continuità all'intreccio politico-culturale della casa editrice, facendo nascere la rivista «Il Politecnico». La pubblicazione delle opere di Antonio Gramsci contribuirono in maniera determinante a caratterizzare l’attività dell’immediato dopoguerra.
Figura di spicco della casa editrice è stato Cesare Pavese, che apre all’antropologia e alla psicanalisi e iniziano con la sua guida le pubblicazioni delle collane dei “Coralli”, dei “Supercoralli” e dei “Millenni”, affermandosi così quale punto di riferimento per la narrativa straniera. Dopo la morte di Pavese, nel 1950, la casa editrice, sotto il coordinamento di Luciano Foà e con “I gettoni” di Elio Vttorini, promuove la narrativa italiana pubblicando: Fenoglio, Lucentini, Ottieri, Lalla Romano, Rigoni Stern, Anna Maria Ortese, Sciascia e altri. Con altre ideazioni quali la rivista “ Il menabò” a cura di Vittorini e Italo Calvino, l’Einaudi vive periodi prolifici ed entusiasmanti mentre con Giulio Bollati si affaccerà agli autori più innovativi in Europa e in America. Le idee e l’avventura della storica casa editrice continua fino agli anni ottanta, decennio difficile, ma superato nonostante la grave crisi finanziaria dell’attività. Nel 1994 viene acquistata dal gruppo Mondadori, al quale appartiene tuttora.
Anche se guidata dall’anima imprenditoriale di Giulio Einaudi, i tratti peculiari della casa editrice furono la collegialità, il gusto per il confronto e l’intreccio politico-culturale ispirato da idee gobettiane e liberiste, tangibili nella saggistica. Durante gli anni quaranta la casa editrice è attiva in varie città italiane, la redazione romana e torinese viene affidata a Cesare Pavese e quella milanese a Elio Vittorini. Sarà quest'ultimo a dare continuità all'intreccio politico-culturale della casa editrice, facendo nascere la rivista «Il Politecnico». La pubblicazione delle opere di Antonio Gramsci contribuirono in maniera determinante a caratterizzare l’attività dell’immediato dopoguerra.
Figura di spicco della casa editrice è stato Cesare Pavese, che apre all’antropologia e alla psicanalisi e iniziano con la sua guida le pubblicazioni delle collane dei “Coralli”, dei “Supercoralli” e dei “Millenni”, affermandosi così quale punto di riferimento per la narrativa straniera. Dopo la morte di Pavese, nel 1950, la casa editrice, sotto il coordinamento di Luciano Foà e con “I gettoni” di Elio Vttorini, promuove la narrativa italiana pubblicando: Fenoglio, Lucentini, Ottieri, Lalla Romano, Rigoni Stern, Anna Maria Ortese, Sciascia e altri. Con altre ideazioni quali la rivista “ Il menabò” a cura di Vittorini e Italo Calvino, l’Einaudi vive periodi prolifici ed entusiasmanti mentre con Giulio Bollati si affaccerà agli autori più innovativi in Europa e in America. Le idee e l’avventura della storica casa editrice continua fino agli anni ottanta, decennio difficile, ma superato nonostante la grave crisi finanziaria dell’attività. Nel 1994 viene acquistata dal gruppo Mondadori, al quale appartiene tuttora.