Scianna, Ferdinando
PersonaMetadati
Descrizione
Date di esistenza
Luogo di nascita: Bagheria (Palermo)
Data di nascita: 04 luglio 1943
Biografia / Storia
Ferdinando Scianna nasce a Bagheria, in Sicilia, nel 1943. Proprio nella sua città inizia a dedicarsi ancora giovanissimo alla fotografia, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua terra d’origine.
Nel 1961 si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Palermo, e la sua passione per la fotografia inizia a strutturarsi. Di quegli anni sono incontri importanti come quello con Enzo Sellerio e poi, determinante, con Leonardo Sciascia, scrittore col quale pubblica a soli ventun anni "Feste religiose in Sicilia", libro che ottiene il prestigioso premio Nadar. Sull’onda del successo del libro, Scianna si trasferisce a Milano dove lavora per l’Europeo come fotoreporter, inviato speciale e corrispondente da Parigi, dove vivrà per dieci anni. A Parigi inizia anche a dedicarsi con successo alla scrittura. Collabora con varie testate giornalistiche, fra cui Le Monde. “Mi ritrovavo più a scrivere che a fotografare, ma sapevo di essere un fotografo che scrive”, racconta Scianna. Proprio nella capitale francese, il suo lavoro viene particolarmente apprezzato da Henry Cartier Bresson, che lo inviterà a essere membro della Magnum nel 1982. Accettata la candidatura decide di tornare a Milano, e lascia l’Europeo per dedicarsi all’agenzia. Nella città meneghina lavora in maniera indipendente per giornali, e realizza reportage sociali. L'incontro casuale con due giovani designer emergenti, Dolce e Gabbana, darà vita a una delle collaborazioni meglio riuscite nella fotografia di moda mettendo in atto, grazie alle contaminazioni con il background del fotoreporter, un rinnovamento linguistico capace di spezzare la monotonia patinata tipica del genere.
Questa improvvisa e inaspettata svolta, apre il mondo fotografico di Scianna a nuove esperienze, parallele a quelle più tradizionali del fotogiornalismo: pubblicità e fotografie commerciali, senza mai abbandonare il reportage sociale, i ritratti e il giornalismo.
L'Archivio storico di Fondazione Fiera Milano conserva 42 scatti della sua prima attività di fotoreporter a Milano, inviato da Vincenzo Carrese per l'agenzia Publifoto. Siamo nel 1966 e il fotografo di Bagheria ricorda così l’impatto milanese: “Quando salii a Milano con il mio libro sulle Feste Religiose in Sicilia e cercai lavoro nelle agenzie, Carrese della Publifoto mi disse: «I poveri sono fotogenici, ragazzo mio, specie quando pregano. Vorrei vedere cosa sai tirare fuori per esempio da via Montenapoleone». Io ci provai e per una decina di giorni me ne stetti in quella via elegante a fotografare i montenapoleonidi. Fotografai con cattiveria, con sarcasmo, e le mie foto non piacquero. «Sono tristi, cupe, invendibili», disse Carrese”. Ma, come racconta in Autoritratto di un fotografo citando Ernesto de Martino "Soltanto chi ha un villaggio nella memoria può realizzare un'esperienza cosmopolita". Testimonianza ne è la sua opera.
Nel 1961 si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Palermo, e la sua passione per la fotografia inizia a strutturarsi. Di quegli anni sono incontri importanti come quello con Enzo Sellerio e poi, determinante, con Leonardo Sciascia, scrittore col quale pubblica a soli ventun anni "Feste religiose in Sicilia", libro che ottiene il prestigioso premio Nadar. Sull’onda del successo del libro, Scianna si trasferisce a Milano dove lavora per l’Europeo come fotoreporter, inviato speciale e corrispondente da Parigi, dove vivrà per dieci anni. A Parigi inizia anche a dedicarsi con successo alla scrittura. Collabora con varie testate giornalistiche, fra cui Le Monde. “Mi ritrovavo più a scrivere che a fotografare, ma sapevo di essere un fotografo che scrive”, racconta Scianna. Proprio nella capitale francese, il suo lavoro viene particolarmente apprezzato da Henry Cartier Bresson, che lo inviterà a essere membro della Magnum nel 1982. Accettata la candidatura decide di tornare a Milano, e lascia l’Europeo per dedicarsi all’agenzia. Nella città meneghina lavora in maniera indipendente per giornali, e realizza reportage sociali. L'incontro casuale con due giovani designer emergenti, Dolce e Gabbana, darà vita a una delle collaborazioni meglio riuscite nella fotografia di moda mettendo in atto, grazie alle contaminazioni con il background del fotoreporter, un rinnovamento linguistico capace di spezzare la monotonia patinata tipica del genere.
Questa improvvisa e inaspettata svolta, apre il mondo fotografico di Scianna a nuove esperienze, parallele a quelle più tradizionali del fotogiornalismo: pubblicità e fotografie commerciali, senza mai abbandonare il reportage sociale, i ritratti e il giornalismo.
L'Archivio storico di Fondazione Fiera Milano conserva 42 scatti della sua prima attività di fotoreporter a Milano, inviato da Vincenzo Carrese per l'agenzia Publifoto. Siamo nel 1966 e il fotografo di Bagheria ricorda così l’impatto milanese: “Quando salii a Milano con il mio libro sulle Feste Religiose in Sicilia e cercai lavoro nelle agenzie, Carrese della Publifoto mi disse: «I poveri sono fotogenici, ragazzo mio, specie quando pregano. Vorrei vedere cosa sai tirare fuori per esempio da via Montenapoleone». Io ci provai e per una decina di giorni me ne stetti in quella via elegante a fotografare i montenapoleonidi. Fotografai con cattiveria, con sarcasmo, e le mie foto non piacquero. «Sono tristi, cupe, invendibili», disse Carrese”. Ma, come racconta in Autoritratto di un fotografo citando Ernesto de Martino "Soltanto chi ha un villaggio nella memoria può realizzare un'esperienza cosmopolita". Testimonianza ne è la sua opera.
Wikipedia
Attività e/o professione
Qualifica: Fotografo
Nazionalità
italiana