Allocchio Bacchini
EnteMetadati
Descrizione
Date di esistenza
Data di istituzione/costituzione: 1920
Data di soppressione/cessazione: 1968
Note: Chiusura definitiva dopo essere passata
Wikipedia
Sede
Città: Milano
Attività e/o professione
Qualifica: Azienda
Storia istituzionale
Allocchio Bacchini è stata un'azienda italiana del settore elettronico, una delle prime dell'industria elettronica nazionale sviluppatasi nel primo dopoguerra. La Società Allocchio Bacchini & C. - Società in Accomandita fu fondata a Milano nel 1920 da due soci, l'ing. Antonio Allocchio e l'ing. Cesare Bacchini. La ditta iniziò le sue attività in un laboratorio in corso Sempione 93 nella costruzione di strumenti di misura elettrici ed apparecchi per la telegrafia, radiotelefonia e radiotelegrafia. Il 6 ottobre 1924 vennero avviate le prime trasmissioni radiofoniche in Italia attraverso l'URI, e fu allora che la Allocchio Bacchini iniziò la produzione dei radioricevitori, quelli della serie Radialba, ai quali negli anni seguenti si aggiunse quella degli amplificatori. La Allocchio Bacchini divenne in poco tempo una delle maggiori industrie elettroniche italiane e conquistò ampio consenso sul mercato, soprattutto nel corso degli anni Trenta, con la produzione delle radio "popolari" (Radio Balilla, Radio Rurale, Radio Roma). Sempre in quel periodo, l'azienda milanese avviò la produzione delle autoradio, quelle della serie Autonola.
La Allocchio Bacchini operò anche nel campo della cinematografia, produsse infatti sistemi di amplificazione (altoparlanti e diffusori) per i primi film girati in epoca sonora. Nel 1939 assieme alla Magneti Marelli creò un impianto per la realizzazione sperimentale delle trasmissioni televisive, il cui trasmettitore fu installato al Parco Sempione. Le prove furono sospese l'anno successivo. Sempre alla fine degli anni Trenta fu realizzata, grazie ai progettisti Eugenio Gnesutta e Arturo Recla e utilizzando il sistema televisivo della Telefunken, una televisione commerciale in bianco e nero, il modello TV1, di cui si conserva un rarissimo esemplare presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.
Nel 1940 l'azienda contava 2.000 operai in tre stabilimenti (Milano, Saronno, Caronno Pertusella) e una cinquantina di impiegati, 20 dei quali ingegneri progettisti. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la società dovette convertire la sua produzione da quella civile a quella bellica, con la produzione di apparati radio e ricetrasmittenti per uso militare. I bombardamenti del 1943 su Milano danneggiarono lo stabilimento di corso Sempione rendendolo inagibile e l'azienda fu costretta a trasferirsi in una vecchia filanda dismessa a Caronno Pertusella abbandonando definitivamente la sede di corso Sempione. In quegli anni fu prodotto il radiofaro, importante invenzione simile al radar, perfezionato in Allocchio Bacchini nel periodo bellico.
Al termine del conflitto, la ditta in mancanza di commesse militari, si ritrovò in crisi di liquidità e fu costretta a chiudere. Parallelamente, su iniziativa del cav. Gianni Viganò, industriale del settore ottico, fu fondata la Radio Allocchio Bacchini S.r.l., con sede legale in piazza Santa Maria Beltrade 1 e stabilimenti in via Ornato 64 e viale Abruzzi 4. L'azienda, anche grazie al suo marchio, che ricordava la prestigiosa azienda dell'anteguerra, ebbe una buona presenza nel mercato negli anni cinquanta-sessanta e le sue produzioni comprendevano televisori, radio portatili, giradischi, registratori. Tuttavia, negli anni seguenti l'azienda incontrò delle difficoltà, dovute principalmente alla concorrenza estera, e ciò portò alla chiusura delle sue attività alla vigilia degli anni settanta.
La Allocchio Bacchini operò anche nel campo della cinematografia, produsse infatti sistemi di amplificazione (altoparlanti e diffusori) per i primi film girati in epoca sonora. Nel 1939 assieme alla Magneti Marelli creò un impianto per la realizzazione sperimentale delle trasmissioni televisive, il cui trasmettitore fu installato al Parco Sempione. Le prove furono sospese l'anno successivo. Sempre alla fine degli anni Trenta fu realizzata, grazie ai progettisti Eugenio Gnesutta e Arturo Recla e utilizzando il sistema televisivo della Telefunken, una televisione commerciale in bianco e nero, il modello TV1, di cui si conserva un rarissimo esemplare presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.
Nel 1940 l'azienda contava 2.000 operai in tre stabilimenti (Milano, Saronno, Caronno Pertusella) e una cinquantina di impiegati, 20 dei quali ingegneri progettisti. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la società dovette convertire la sua produzione da quella civile a quella bellica, con la produzione di apparati radio e ricetrasmittenti per uso militare. I bombardamenti del 1943 su Milano danneggiarono lo stabilimento di corso Sempione rendendolo inagibile e l'azienda fu costretta a trasferirsi in una vecchia filanda dismessa a Caronno Pertusella abbandonando definitivamente la sede di corso Sempione. In quegli anni fu prodotto il radiofaro, importante invenzione simile al radar, perfezionato in Allocchio Bacchini nel periodo bellico.
Al termine del conflitto, la ditta in mancanza di commesse militari, si ritrovò in crisi di liquidità e fu costretta a chiudere. Parallelamente, su iniziativa del cav. Gianni Viganò, industriale del settore ottico, fu fondata la Radio Allocchio Bacchini S.r.l., con sede legale in piazza Santa Maria Beltrade 1 e stabilimenti in via Ornato 64 e viale Abruzzi 4. L'azienda, anche grazie al suo marchio, che ricordava la prestigiosa azienda dell'anteguerra, ebbe una buona presenza nel mercato negli anni cinquanta-sessanta e le sue produzioni comprendevano televisori, radio portatili, giradischi, registratori. Tuttavia, negli anni seguenti l'azienda incontrò delle difficoltà, dovute principalmente alla concorrenza estera, e ciò portò alla chiusura delle sue attività alla vigilia degli anni settanta.